È stato l’uomo a creare il triticale, “semplicemente” unendo i genomi della segale e del frumento. Il suo stesso nome in realtà indica tale fusione. Triti deriva da Triticum, il nome botanico del frumento. Cale invece, da Secale, che è appunto la segale.
Viene considerato qui in Europa come un cereale innovativo ma in realtà la sua realizzazione è avvenuta alla fine del 1800. La sua coltivazione su larga scala ha preso piede solo ultimamente e c’è da dire anche che non ne esiste una sola varietà. Tutta questa varietà morfologica dipende dalla specie e dalla varietà dell’uno e dell’altro.
Le differenze del triticale
Prima di tutto ha foglie molto larghe e piene di stomi, poi hanno un numero di spighe superiori e il numero di cariossidi è elevato, parte da 60 e arriva a 150. A differenza del segale e del frumento ha una crescita molto lenta. Anche la destinazione geografica influisce molto. In America il triticale è molto più simile al frumento, mentre nell’Europa dell’Est alla segale.
Prima di tutto ha foglie molto larghe e piene di stomi, poi hanno un numero di spighe superiori e il numero di cariossidi è elevato, parte da 60 e arriva a 150. A differenza del segale e del frumento ha una crescita molto lenta. Anche la destinazione geografica influisce molto. In America il triticale è molto più simile al frumento, mentre nell’Europa dell’Est alla segale.
I vantaggi dell’ibrido
Quali sono i vantaggi del triticale? In quanto ibrido contiene solo gli aspetti migliori di questi due cereali. Vengono fuori infatti con una buona percentuale di lisina (tipico della segale) e molto proteico. Se da una parte quindi il frumento è fortemente nutritivo, dall’altra contiene poca lisina. Questo aminoacido nell’ibrido viene dato dalla segale, rendendolo ancor più completo.
Quali sono i vantaggi del triticale? In quanto ibrido contiene solo gli aspetti migliori di questi due cereali. Vengono fuori infatti con una buona percentuale di lisina (tipico della segale) e molto proteico. Se da una parte quindi il frumento è fortemente nutritivo, dall’altra contiene poca lisina. Questo aminoacido nell’ibrido viene dato dalla segale, rendendolo ancor più completo.
Il triticale poi, possiede la grande resistenza e l’adattabilità a qualsiasi clima della segale, sia la sua predisposizione ad essere lavorato per la realizzazione del frumento, così da poter realizzare vari tipi di pane e di farine.
Il triticale è resistente alle basse temperature, ma non quanto la segale. Si adatta bene anche a quei terreni poco fertili e abbastanza sabbiosi, altra qualità ereditata dalla segale. Ha meno bisogno di acqua rispetto al frumento, è resistente alla salinità, più di quanto non lo sia l’orzo.
Valori nutritivi del triticale
È piuttosto calorico. Per ogni 100 grammi di prodotto, assumiamo ben 336 kcal. Per quanto riguarda la sua composizione nutrizionale, ecco l’elenco:
È piuttosto calorico. Per ogni 100 grammi di prodotto, assumiamo ben 336 kcal. Per quanto riguarda la sua composizione nutrizionale, ecco l’elenco:
- Carboidrati: 67%
- Proteine: 19,7%
- Acqua: 8,6%
- Fibre: 3,1%
- Grassi: 1,6%
Non mancano poi i sali minerali. Il triticale presenta alcune tracce di fosforo e di calcio, mentre gli aminoacidi presenti in buone quantità sono la lisina, la leucina e l’arginina.Chi sono i maggiori produttori?
Il triticale è stato sviluppato in Svezia e Scozia ma non sono questi due i Paesi che ne producono di più. Il primato infatti spetta alla Germania, la Francia, la Polonia, il Portogallo, l’Australia, il Canada, il Brasile, gli USA e la Comunità di Stati Indipendenti. Come riporta Wikipedia, che prende informazioni dalla FAO, solo nel 2004 sono state raccolte la bellezza di 13.7 milioni di tonnellate.
Il triticale è stato sviluppato in Svezia e Scozia ma non sono questi due i Paesi che ne producono di più. Il primato infatti spetta alla Germania, la Francia, la Polonia, il Portogallo, l’Australia, il Canada, il Brasile, gli USA e la Comunità di Stati Indipendenti. Come riporta Wikipedia, che prende informazioni dalla FAO, solo nel 2004 sono state raccolte la bellezza di 13.7 milioni di tonnellate.
Oggi viene usato soprattutto sotto forma di insilato per gli impianti di biogas. È sfruttato insieme al mais come massa reagente.
FONTE: http://www.amando.it