Gianluca Borlenghi (dell’omonimo panificio di Colorno, via Mazzini 44) si illumina parlando della sua idea di pane. Del resto basta guardare la sua produzione, forme antiche che evocano panificazioni domestiche e forme classiche che rimandano al miglior pane in commercio. Poi le focacce, le torte. Già alla vista (ricordate che si mangia con tutti i sensi?) queste produzioni sono buone, accattivanti. Interessanti, Poi la degustazione si concentra su una pagnotta di grani antichi impastata anche con un po’ di birra, la forma è importante ma maneggiandola si capisce che questo pane potrà «durare» qualche giorno. Lo conferma lo scrocchio che fa la crosta, nel momento del taglio. Il profumo è intenso ma non invadente, il primo pensiero è con cosa abbinarlo, una buona fetta di salame, spessa il giusto e o un buon prosciutto di Parma ma tagliato a mano. Tutto questo può il pane di Gianluca Borlenghi e dire che semplicemente lo abbiamo assaggiato così, solitario ma tanto buono. «Oltre al nostro pane di pasta dura, da più di quindici anni ho variato la produzione utilizzando i grani antichi – spiega Goanluva Borlenghi -. Senatore Capelli ma soprattutto il Miracolo, grano che ho scoperto grazie a Claudio Grossi, produttore veramente bravo. Un grano abbandonato a inizio ‘900 perché la sua altezza metteva in difficoltà le prime mietitrici e perché quando si piegava era molto debole, non si poteva mietere. E ora si ritrova e si può utilizzare»….Continua a leggere su: Gazzettadiparma.it
Passione pane, sapore unico: l’esperienza di Gianluca Borleghi

25
Lug