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Panini d’Italia: 11 varianti regionali da conoscere e assaggiare

Panino al prosciutto, panino al salame, panino con la frittata, o, per rubare una citazione da una famosissima pubblicità, “A pranzo un panino al volo e adesso non ci vedo più dalla fame”. Cosa vi viene in mente se vi diciamo panino? Su e giù per le strade d’Italia si trovano tantissimi panini regionali da assaggiare per una pausa sfiziosa o un pranzo non così al volo.

Panino con la porchetta. Il panino dello zozzone per eccellenza. Tipico dei Castelli Romani, di Roma e del centro Italia in generale, ormai è entrato a far parte delle tradizioni fieristiche di tutta Italia. Il perfetto panino con la porchetta è preparato con una ciriola aperta a metà e farcita con fette di porchetta tagliate spesse, al coltello, e qualche pezzo di cotenna croccante.

Panino con lampredotto. Altro panino a cui non si possono rinunciare gli amanti dei prodotti tradizionali è quello con il Lampredotto. Tipico di Firenze, il lampredotto non è altro che l’abomaso, uno dei quattro stomaci dei bovini, cotto a lungo in acqua con pomodoro, prezzemolo, cipolla e sedano. I fiorentini lo amano nel semelle (il panino tradizionale), tagliato a pezzettini, e condito con il brodo di cottura, la salsa verde o la salsa piccante.

Pani ca meusa. A quanto pare molti dei panini tipici italiani, dal nord al sud, prevedono l’utilizzo di interiora di animali: a Palermo il pani ca meusa è una religione che prevede un panino morbido cosparso di semi di sesamo, farcito con pezzetti di milza, polmone e trachea di vitello. La carne è bollita o cotta al vapore e poi, dopo essere stata tagliata, ripassata in padella con lo strutto. Il pani ca meusa può essere schietto, ossia semplice, accompagnato solo da una fetta di limone, oppure maritato, ossia farcito anche con ricotta o caciocavallo grattugiato.

Tramezzino veneto. Passeggiando lungo le calli di Venezia i tramezzini spuntano pienotti dalle vetrine dei bacari e delle osterie. Il tramezzino veneto, a differenza di quello piemontese, è cicciotto e le fette di pane hanno i bordi leggermente schiacciati, dandogli la classica forma bombata. Perfetti come accompagnamento per lo Spritz, i tramezzini hanno ripieni dai più classici ai più fantasiosi: prosciutto e funghi, prosciutto e carciofini, tonno e uovo sodo o rucola e gamberetti.

Tramezzino piemontese. Anche in Piemonte esiste una lunga tradizione di tramezzini, preparati con il pancarré morbido a cui sono tolti i bordi: a quanto pare il tramezzino così come lo conosciamo fu inventato nel 1926 da Angela Demichelis Nebiolo nello storico Caffè Mulassano. La signora Demichelis era la proprietaria del caffè e dagli Stati Uniti aveva portato la toastiera, per riscaldare i toast, introducendo questo piatto a Torino. Successivamente il toast, non riscaldato, divenne uno degli spezzafame più amati nella città sabauda, specialmente nella variante burro e acciughe.

Michetta con la mortadella. La michetta è un pane tipico della zona di Milano, croccante all’esterno e con pochissima mollica all’interno, che fu inventato dai panettieri milanesi nel 1700, per rispondere al pane importato dai dominatori austriaci. Nel 2007 la michetta ottiene il riconoscimento di Denominazione Comunale. I milanesi amano riempire la michetta con vari salumi, in particolare la ortadella, per un pranzo veloce e gustoso.

5 e 5. Se a Livorno chiedi un 5 e 5 ti sarà servito un panino che è uno dei simboli della città: una baguette con dentro la torta di ceci. Il nome deriva dal fatto che negli anni ’30 il prezzo del pane e quello della torta di ceci era di 5 centesimi di lira, quindi quando i livornesi chiedevano: “Mi dai 5 di pane e 5 di torta?” si intendeva questo gustoso panino, da mangiare mentre si passeggia sul lungomare.

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