Entrando in negozio si viene colpiti da un fragrante profumo di chiacchiere appena fatte, da quello del pane fresco e dal sorriso di Sonia e di mamma Agnese. Dietro il bancone del panificio Ghezzi di via Conte Ratti, a Sforzatica Sant’Andrea (Dalmine), queste due donne ci sono da 40 anni, esattamente dal primo febbraio 1979. Certo, all’epoca Sonia era solo una bambina, cresciuta in negozio insieme ai due fratelli, Luigi e Luca, che lavorano sul retro, nel laboratorio. Il capostipite è Ermenegildo, è lui che ha trasmesso la passione per il pane ai suoi tre figli. Nonostante sia una professione molto faticosa, che richiede tanti sacrifici, per i fratelli Ghezzi è stato naturale decidere di portare avanti l’attività di famiglia. «Io volevo farli studiare – spiega il padre -, ma loro hanno voluto lavorare con noi al panificio. Sonia e Luigi erano bravi a scuola, Luca invece era un disastro. Pensi che all’esame di terza media ha portato come argomento “L’arte bianca”, l’unico che conosceva bene. Crescendo invece ci ha sorpreso tutti: è lui che si occupa della pasticceria, delle pizze, delle focacce e poi se si rompe qualcosa in laboratorio lui è capace di aggiustare tutto, raramente chiamiamo qualcuno».
Ermenegildo e Agnese, entrambi 72enni, sono sposati da cinquant’anni. Lui è originario di Grassobbio, lei di Zanica. «Faccio il fornaio da quando avevo 11 anni – spiega Ghezzi -, ho iniziato al panificio Livio di via Moroni, a Bergamo, appena finita la quinta elementare, poi ho cambiato diversi forni». Ermenegildo ogni pomeriggio preparava il lievito e poi era libero di tornare a casa. «Un giorno, era il 1968, sono passato da Zanica, c’era la festa del paese e io dovevo andare a trovare la morosa, però ho conosciuto Agnese. Un anno dopo ci siamo sposati». La giovane coppia ha vissuto cinque anni a Zanica, cinque anni a Grassobbio e poi, quando si è presentata l’occasione di ritirare il negozio di via Conte Ratti a Dalmine, si è trasferita con i tre figli. Ermenegildo si è sempre alzato alle 3 di notte per preparare il pane, ma al pomeriggio non ha mai avuto bisogno di riposare. A lui bastano quattro o cinque ore di sonno, è un uomo molto vitale. «Ora che la gestione l’hanno presa in mano i figli – spiega -, mi alzo verso le 6, mentre i miei ragazzi cominciano alle 3. Oggi il lavoro è molto cambiato, è diminuito parecchio. Quando ho cominciato io c’erano quattro tipi di pane, oggi ce ne sono almeno 40. Nel magazzino ho una decina di farine diverse, facciamo impasti piccoli».
«Abbiamo dovuto diversificare l’offerta – interviene Luca -. Io seguo la pasticceria, preparo i dolci a seconda delle festività: chiacchiere, panettoni, colombe, e poi pizze e focacce. Mio fratello Luigi, oltre a fare il pane insieme a me, segue la contabilità, la gestione del negozio, i corsi, la parte burocratica». E Sonia? «Io sono al banco, seguo i clienti, i rapporti con le persone, gli ordini e la cassa. Devo dire che noi tre fratelli siamo sempre andati molto d’accordo, ci compensiamo, ognuno segue la sua parte». «I miei figli sono bravissimi», dice orgoglioso Ermenegildo. Agnese sorride, soddisfatta della sua bella famiglia, poi saluta e va a preparare il pranzo. Il panificio Ghezzi infatti, al pomeriggio è chiuso: «Ormai è così da 22 anni – spiega Sonia -, da quando è nata mia figlia. Il pomeriggio non si lavora tanto, così abbiamo scelto di aprire il negozio alle 5.30 del mattino e di chiudere alle 12.30». Ma chi viene a comprare il pane così presto? «C’è un grande via vai – dice Luca -. In tanti vanno al lavoro presto, e poi c’è il cambio turno alla Dalmine, le mamme che portano a scuola i figli. Lavoriamo di più in quelle ore che in un pomeriggio intero». A inizio febbraio il panificio Ghezzi ha compiuto 40 anni e la famiglia ha fatto festa, ma sempre dietro al forno e al bancone. Per celebrare questa ricorrenza è stata stampata una borsa di tela con il logo e il numero 40, che è stata data in omaggio a tutti i clienti.
FONTE: http://www.bergamopost.it