Un gruppo di ricerca spagnolo è riuscito a inattivare 35 geni del grano che producono proteine tossiche per i celiaci, riducendo dell’85 per cento la loro tossicità. L’obiettivo di produrre un grano che sia consumabile anche dai celiaci si fa quindi molto vicino, come spiega Francisco Barro, il genetista che ha firmato il lavoro.
Il grano contiene decine di geni che producono proteine tossiche per i celiaci (gliadine). La tecnica di editing genomico CRISPR potrebbe consentire di eliminarli tutti e in Spagna sono già vicini al traguardo. I ricercatori dell’Istituto per l’agricoltura sostenibile di Cordova sono riusciti a inattivare fino a 35 di questi geni, riducendo l’immunoreattività (e dunque la tossicità) dell’85 per cento. L’obiettivo del cento per cento ora sembra a portata di mano. Ma il grano biotech “gluten free” sarà buono? E riuscirà ad arrivare sul mercato? Lo abbiamo chiesto a Francisco Barro, il genetista che ha firmato il lavoro pubblicato recentemente su “Plant Biotechnology Journal”.
A rigor di logica un prodotto dovrebbe essere considerato transgenico se contiene materiale genetico estraneo. Il vostro grano geneticamente corretto con CRISPR è transgenico?
Molte delle linee che abbiamo descritto nell’ultimo studio hanno un contenuto ridotto di gliadine e non presentano geni estranei né inserzioni. Ne stiamo generando altre, sempre libere da transgeni e con ulteriori proteine del glutine modificate. Uno dei vantaggi di CRISPR è proprio questo, offre la possibilità di ottenere modificazioni molto specifiche senza il bisogno di introdurre DNA estraneo nel genoma dell’organismo.
Prima che venisse inventata CRISPR il suo gruppo si serviva di un’altra tecnica, l’interferenza a RNA. Avete cambiato strada solo per problemi legati alla percezione pubblica?
CRISPR è versatile e offre alcuni vantaggi anche sul piano tecnico, consentendo di inattivare i geni indesiderati in modo stabile ed ereditabile, ottenendo caratteristiche che sono indipendenti dalle condizioni ambientali. Inoltre potrebbe essere usata anche in modo diverso da come abbiamo fatto finora, per eliminare frammenti cromosomici più grandi che contengono più geni delle gliadine, o addirittura per sostituire i frammenti altamente immunogenici con altri meno tossici, mantenendo la funzionalità delle gliadine.
Per ora il vostro grano è a basso contenuto di gliadine e potrebbe essere adatto a chi soffre di intolleranze. Arriverà anche il pane completamente gluten-free?
Aver inattivato un numero tanto elevato di geni è già un risultato senza precedenti. La possibilità di ottenere un grano che possa essere consumato anche dai celiaci è molto più realistica dopo il lavoro che abbiamo pubblicato, e siamo già impegnati a mutare altri geni importanti del glutine legati alla celiachia.
Alcune organizzazioni spagnole di celiaci si sono già espresse positivamente sul vostro lavoro. Avete provato ad assaggiare il vostro grano?
Le linee che abbiamo prodotto con CRISPR sono ancora a uno stadio di sperimentazione iniziale, perciò non l’abbiamo ancora fatto. Tuttavia abbiamo già prodotto del pane usando le linee modificate con l’interferenza a RNA, con glutine ridotto del 95 per cento, e la valutazione sensoriale è risultata simile a quella del normale pane contenente glutine.
Alla fine di settembre la Commissione europea ha organizzato una conferenza sull’uso delle nuove biotecnologie in agricoltura ma non ha ancora deciso se considerare le piante risultanti come degli OGM. Cosa ne pensa?
Credo che le piante modificate con l’editing non dovrebbero essere regolamentate come gli OGM. Il loro DNA presenta mutazioni mirate paragonabili a quelle che si ottengono con la mutagenesi chimica. Visto che quest’ultima tecnica è ampiamente accettata, perché non dovrebbe valere lo stesso per CRISPR? Sia la transgenesi che CRISPR sono tecnologie sicure per la produzione alimentare, tuttavia il mercato potrebbe accogliere i prodotti editati meglio di quelli transgenici. In questo senso forse CRISPR aprirà la porta all’accettazione delle piante transgeniche da parte della società.
FONTE: http://www.lescienze.it/
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