Il pane fa bene o fa male? Questo alimento meraviglioso che ci nutre da millenni, con le giuste accortezze, può diventare un prezioso alleato della nostra linea
Lo abbiamo tutti un po’ demonizzato, spesso in maniera ingiusta e crudele. Ma dopo anni in cui il consumo di pane era tracollato drasticamente, e il tasso di obesità aumentato a dismisura, qualcosa è cambiato. Oggi non si parla più di pane, di questo prezioso alimento che ci nutre da secoli, con terrore. Anzi, complici le innumerevoli qualità presenti sul mercato e un’attenta ricerca da parte dei consumatori (sempre più esigenti), ecco che il pane, il padre di tutti gli alimenti, è finalmente protagonista di una gloriosa stagione.
Come sceglierlo? Quanto mangiarne? A far chiarezza ci pensa Sara Papa, maestra nell’arte della panificazione, prima artefice della reintroduzione nel circuito del lievito madre e delle farine integrali macinate a pietra, talmente nostalgica del profumatissimo pane che mangiava da bambina in Calabria da aver scelto di condividere – sui canali social, nelle rubriche televisive e in una serie di libri di successo – le tecniche e le ricette, classiche e reinventate con un briciolo di sana creatività.
Non resta dunque che scoprire tutto quel che c’è da sapere sul pane, sui pro e i contro. Buon pane a tutti!
Il pane può far ingrassare, è vero, ma dipende dalla quantità e da quale scegliamo di portare a tavola. Si può mangiare pane tutti i giorni e conservare il proprio peso-forma. Non ha senso demonizzare in maniera sommaria il pane, ma occorre preferire quello fatto con farine integrali macinate a pietra, senza farsi tentare da quello bianco ché è uno zucchero semplice.
Sì, se ha avuto una lievitazione non corretta. Il pane che acquistiamo nelle grandi distribuzioni, essendo un prodotto squisitamente industriale, è composto da miglioratori, miscele e lievito di birra (a volte, in quantità eccessive). Prodotti deleteri che nobilitano le farine di scarsa qualità. Cosa fare? Prediligere e scegliere soltanto il pane simile a quello che producevano i nostri nonni con farine rigorosamente italiane, estrapolate da grani straordinari, macinati a pietra, con un processo di lievitazione lungo e naturale. Il messaggio è chiaro: bisogna ritornare alla tradizione per mantenersi in forma.
Perché è puro nella sua purezza, è grano pulito, biologico. Se mangiamo a colazione una fetta di pane integrale, avremo minore esigenza di consumare altro perché la fibra contenuta è estremamente saziante. Specie se associato a un pugno di semi o a della frutta secca. La fibra è un alleato della dieta perché rallenta l’assorbimento dei carboidrati e crea sazietà.Bisogna però fare attenzione che sia pane integrale autentico, non quello marrone prodotto da farine raffinate con crusca aggiunta.
È l’alimento più importante della nostra alimentazione perché ha tutte le proprietà nutrizionali necessarie al fabbisogno quotidiano: proteine, fosforo zuccheri, zinco, sali minerali, calcio, fibre e carboidrati. Non fa affatto male.
Le italiane. Di grano tenero e grano duro, di segale e di farro. Il grano, però, non deve essere contaminato da glifosato (ché è uno degli erbicidi disseccanti più diffuso al mondo, e viene utilizzato per favorire la maturazione artificiale del grano duro), da micotossine e pesticidi. Bisogna fare attenzione al pane che scegliamo di introdurre nel nostro corpo. Ogni regione d’Italia produce centinaia di qualità di grano. Dobbiamo soltanto imparare conoscere il grano, chi e come lo coltiva.
Il grano biologico non è altro che il grano come veniva coltivato in passato, quello dei nostri nonni, senza pesticidi ma con i papaveri tra le spighe. Il non-biologico costa di meno, è vero, ma perché ci mettono dentro l’impossibile per ottenere una produzione maggiore di semi. Se vogliamo stare in buona salute, teniamo gli occhi aperti.
Non deve essere leggero come una piuma e deve essere compatto, con crosta uniforme, scura, aderente alla mollica e con un alveolatoura regolare, piccola, fitta e densa. Il pane di qualità, inoltre, si riconosce dal fornaio che lo produce; se ci mette passione nel panificarlo, prediligendo prodotti eccellenti, il risultato sarà impeccabile.
8. Attenzione agli ingredienti.
Non devono mai mancare l’acqua, la farina, il sale e il lievito madre. Questo meraviglioso prodotto conferisce al pane l’aroma e il profumo, gli garantisce una lunga conservazione, e lo trasforma in un alleato prezioso per il nostro intestino, poiché ricco di microrganismi fondamentali. Se scegliamo di panificare, possiamo aggiungere – oltre alle farine di ottima qualità – dei semi di lino, di sesamo, di zucca, e di canapa (ricchi di Omega3), ma anche la spirulina, e qualche pomodorino secco. Giusto per renderlo più gustoso.
Il pane si può consumare tranquillamente. Una o due fette al mattino a colazione, e un po’ a pranzo, magari in sostituzione dei classici 80 grammi di pasta.
Un pane di buona qualità si conserva meglio e più a lungo, ecco un altro motivo per sceglierlo. Il pane si conserva in dispensa, avvolto in un bel canovaccio di lino o cotone, così come facevano le nostre nonne. Quando diventa duro, si ammorbidisce con l’acqua e si consuma in svariati modi. Oppure si trasforma in pangrattato. Del pane non si butta via niente (quando è un buon pane, ovviamente).
FONTE: https://www.vanityfair.it