ROMA – Deve essere fresco, capace di durare per più giorni e a base di materie selezionate il pane che gli italiani prediligono e che acquistano giornalmente dal panettiere artigiano. Lo rileva una ricerca Cerved presentata oggi a Rimini al Salone internazionale di gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè (Sigep) dall’Associazione italiana bakery Ingredients (Aibi) aderente ad Assitol-Associazione italiana dell’industria olearia.
L’indagine, nel sottolineare che anche in tempi di crisi economica l’85% dei consumi degli italiani si concentra sul pane fresco artigianale, registra, che rispetto a dieci anni fa, se ne mangia di meno (75-80 grammi pro-capite al giorno) ma si pretende gusto e qualità. Gli analisti in particolare segnalano che i consumatori, pur cambiando spesso tipologia di pane, chiedono prodotti con grani antichi, farine poco raffinate o integrali, con semi, fibre e a basso contenuto glicemico, preparati con lunghe lievitazioni e modalità ecosostenibili.
Lo studio, inoltre, mette in evidenza che è il pane ad alta rilevanza, con ingredienti selezionati, a fare crescere la panificazione, sia in volumi che in valore: oggi costituisce il 35% del fatturato totale della panificazione italiana.