Quello dei cereali è un mondo talmente vario che è facile confondersi. E non sempre sono chiare le differenze tra le varietà e quelle che dipendono invece dalle lavorazioni alle quali i cereali sono sottoposti. Ad esempio, qual è la differenza tra grano tenero e grano duro? E quali sono le farine che si possono produrre con queste due tipologie?
La differenza tra grano tenero e grano duro
Semplicemente, al contrario di quello che in molti pensano, si tratta di due specie vegetali di grano differenti. In particolare il Triticum vulgare o aestivum (grano tenero, coltivato soprattutto in Italia settentrionale) e Triticum turgidum durum (grano duro, tipico delle regioni centromeridionali).
L’aspetto del grano tenero
La prima differenza tra i due grani è nell’aspetto: il grano tenero ha chicchi piuttosto tondeggianti e morbidi, opachi e friabili, che si spezzano facilmente. Dalla macinazione del grano tenero, che ha una buona estendibilità e una medio-bassa tenacità, si ottiene la farina bianca a granuli molto sottili destinata prevalentemente alla produzione di pane, pizze, dolci e altri prodotti lievitati, ma anche pasta fresca e all’uovo (sai come si fa?).
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