Cultura è anche saper fare il pane. Di certo, saperlo fare bene è tradizione di Matera, la Città dei Sassi, Capitale europea della Cultura per il 2019, che a partire dal primo weekend di giugno si trasformerà nella «Capitale europea del mangiare e dell’abitare consapevole». Grazie a un evento della Fondazione Matera-Basilicata 2019, coprodotto da Murgiamadre — «Breadway»-Le vie del pane» — durante il quale saranno «declinati i temi della convivialità e della sua identità attraverso un consumo innovativo di cultura fatto di performance artistiche, spettacoli, stazioni narrative, workshop e laboratori in cui i cittadini e i visitatori saranno protagonisti», come spiegano gli organizzatori dell’evento in una nota. E Matera e «Breadway», «raccogliendo storie sul pane e lieviti madre europei, creeranno il pane europeo del 2019. La tradizione si fonderà con l’innovazione attraverso la collaborazione con l’Adi (Associazione per il disegno industriale delegazione puglia e Basilicata), la Facoltà di Scienze Biotecnologiche dell’Università «Aldo Moro» di Bari, e la condotta Slow Food di Matera». L’evento della Fondazione Matera-Basilicata 2019 sarà coprodotto, oltre che da Murgiamadre anche da Elisava Scuola di Design e Ingegneria di Barcellona, Adi – Associazione per il Disegno Industriale, Slow Food, Consorzio Pane di Matera Igp, ARTErìa e Made in Carcere.
Il festival del pane
«Breadway» è un vero e proprio «Festival del pane» in grado di combinare la narrazione di della tradizione locale legata alla panificazione con le espressioni artistiche e culturali contemporanee, raccogliendo storie sul pane e lieviti madre europei che insieme alimenteranno e formeranno il pane europeo del 2019. «Un ruolo importante dell’intera iniziativa — assicura Francesco Ruggieri, presidente di Murgiamadre — sarà affidata proprio ai cittadini materani, chiamati a rinvigorire ed alimentare quelle radici che hanno reso la loro città unica, capace di reinventarsi e rigenerarsi, vincendo la sua sfida con il tempo». Non ci sarà spazio ad alcun tipo di barriera, la cultura si aprirà all’altro partendo proprio da memoria e tradizioni: si tirerà fuori dai cassetti ogni sorta di ricordo che permetterà di osservare l’evoluzione sociale di una città in continuo fermento, fino ad arrivare a ricostruirne la vera autenticità.
FONTE: https://www.corriere.it
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