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MadreProject: il pane come cuore delle città

Da anni ci si interroga sul ruolo (perduto) del pane sulle nostre tavole. I panificatori lamentano la perdita di importanza di questo alimento, che pure è alla base nella dieta mediterranea insieme alla pasta e agli altri cereali complessi. Molti di loro non hanno compreso qual è il ruolo che il pane può ancora assumere nella società contemporanea. A colmare questa lacuna pensa, in parte, MadreProject, un progetto nato dalla collaborazione tra Davide Longoni  e Terzo Paesaggio, un’associazione no profit milanese che ha come obiettivo la rigenerazione urbana dei luoghi di margine e lo fa attraverso dei progetti socio-culturali come quello di MadreProject.

Che cos’è MadreProject

MadreProject, come dice il nome, è prima di tutto un progetto con una visione ambiziosa: quello di dare nuovamente al pane un ruolo sociale e di farlo tornare al centro delle comunità, anche di quelle cittadine. Lo fa partendo dal legame che il pane ha con il paesaggio e con la comunità, un legame che si è perduto e che ora va riconquistato. MadreProject, però, è anche un percorso formativo: un master, come si dice oggi. Di quelli che prendono in considerazione aspetti che non vengono più tramandati dalle imprese di panificazione e neppure insegnati nelle scuole. I punti cardine di MadreProject sono questi: 1) L’impresa di panificazione deve tornare ad essere un’impresa ad impatto sociale con un legame indissolubile con il territorio 2) Per ricreare questo legame occorre formare i panificatori in modo che diano vita a nuove botteghe del pane inserite in contesti urbani che “chiedono” di essere rigenerati. In questo senso i panifici devono tornare ad essere luoghi di incontro e diventare centri culturali e di rilevanza sociale. 3) Il panificatore deve comprendere che il suo ruolo va riconquistato: una volta i fornai erano un punto di riferimento per la comunità ed è questo che devono tornare ad essere perché il pane non è per niente un prodotto “comune” o meglio non lo è più, perché intorno a lui non esiste più una comunità. Ed è questa comunità che va assolutamente ricostruita.Inutile chiedersi perché le nuove generazioni non abbiano voglia di sacrificarsi; inutile e ingiusto è scaricare su di loro la colpa della disaffezione al prodotto e al lavoro che sta dietro alla panificazione; Se il pane ha perso il suo ruolo è colpa di chi precede, non di chi segue.MadreProject, attraverso la formazione degli imprenditori di panificazione, vuole mostrare una possibile via di “risurrezione” (termine ardito, ma non improprio, perché al pane è legata anche la liturgia eucaristica). La via di MadreProject è quella di mettere nuovamente il pane al centro, pensare ad un tipo di pane contemporaneo, legato al luogo d’origine che non può che essere agricolo. Per questo attraverso il pane si deve incidere anche sul paesaggio. Proprio come è avvenuto a Chiaravalle, grazie alla collaborazione con Cum Panis di Davide Longoni.“Nelle botteghe artigiane si sono sempre prodotti, oltre ai manufatti, anche nuovi artigiani”, ha spiegato Longoni. “A noi questo è riuscito bene fin dall’inizio e a distanza di dieci anni possiamo dire di avere creato e sparso per l’Italia una generazione di fornai moderni: un nuovo segmento dentro un grande mercato cui offriamo un punto di vista sensibile alla contemporaneità, consci del fatto che sia più pregevole essere una piccola fetta dentro un grande mercato, piuttosto che il contrario. La Scuola MadreProject con le sue competenze e le sue reti di sostenitori aiuterà sostanzialmente questo sviluppo”. Continua a leggere su: italiangourmet.it

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