La Puglia torna a mettere sotto i riflettori uno dei suoi tesori più importanti: nei giorni scorsi, infatti, è stato siglato un protocollo d’intesa che ha come obiettivo la valorizzazione del grano duro di Puglia e il patrimonio fondiario agricolo delle Aziende di servizi alla persona.
I firmatari sono stati il Gruppo Casillo, l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona dr. Vincenzo Zaccagnino, Coldiretti e Regione Puglia.
Per 3 anni su 600 ettari dell’Azienda Pubblica Zaccagnino di San Nicandro Garganico sarà coltivato «grano duro 100% italiano» che sarà acquistato «sotto la trebbia» da Molini Casillo al prezzo minimo garantito di 0,26 euro al kg, con un contenuto proteico tra il 13,5 e il 15% e al prezzo minimo garantito di 0,31 euro al kg per un contenuto superiore a 15%.
L’accordo prevede anche un adeguamento del prezzo che verrà pagato nel caso in cui la media aritmetica dei prezzi minimi e massimi delle mercuriali della Camera di commercio di Foggia per prodotto di tipo “fino” fosse più alta dei prezzi minimi garantiti definiti.
Si tratta di un accordo strategico, un progetto pilota che riguarderà tutte le aziende pubbliche secondo uno schema regionale di promozione e valorizzazione del grano della Puglia, arricchendo l’operazione con finalità sociali. Molte di esse, infatti, gestiscono ampi patrimoni rurali, tra cui la Zaccagnino, proprietaria di terreni che si estendono complessivamente per 2.206 ettari tra i comuni di San Nicandro Garganico, Lesina, Poggio Imperiale, Apricena, San Severo e Foggia, dai quali trae la quasi totalità delle sue rendite, utilizzate per l’attuazione degli scopi statutari. La produzione si attesta tra i 16 e i 20 mila quintali per annata agraria.
La Puglia, fa sapere Coldiretti, è il principale produttore italiano di grano duro, con 343.300 ettari coltivati e 9.430.000 quintali prodotti, ma paradossalmente è anche la regione che ne importa di più, tanto da rappresentare un quarto del totale del valore degli arrivi di prodotti agroalimentari nella regione. «L’origine del grano è divenuta elemento obbligatorio sulle etichette di pane e pasta e con l’accordo di filiera tra Coldiretti e Casillo si sta mettendo un freno alla storica dipendenza del sistema industriale dal grano estero. Un numero sempre crescente di pastai ha deciso di non importare da Paesi a rischio glifosato, mentre gli agricoltori, davanti ad una giusta remunerazione del proprio lavoro, stanno dimostrando di essere pronti ad aumentare la produzione di grano in Italia» ha dichiarato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele.
La collaborazione tra il Gruppo Casillo e la Coldiretti aveva già prodotto un accordo nazionale, annunciato al Cibus di Parma, che prevede la fornitura di 300 milioni di chili di grano duro biologico destinato alla pasta e 300 milioni di chili di grano tenero all’anno per la panificazione, un’intesa della durata di tre anni con la possibilità di una proroga per altri due, per un totale di 5 anni.
E proprio il pane è il protagonista dell’unico evento internazionale dedicato al tema, e che si terrà proprio in Puglia il 16, 17 e 18 giugno prossimi, a San Marco in Lamis, in provincia di Foggia. Grani Futuri, questo il nome della tre giorni, dedica l’edizione 2018 alla sostenibilità, in nome di un pane buono nel gusto e nella preparazione, rispettoso della tradizione e dell’ambiente. Nella passata stagione, docenti universitari, panificatori, fornai da tutta Italia avevano sottoscritto il Manifesto Futurista del Pane, un decalogo che mettesse al centro la filiera produttiva, la scelta dei grani, la molitura, con l’obiettivo di creare una nuova cultura del pane, più consapevole e più attenta ed economicamente sostenibile.
FONTE: http://www.ilsole24ore.com
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