Dopo il cioccolato al latte, fondente e bianco, dalla Svizzera arriva il quarto tipo di cioccolata: rosa (o rubino). La società elvetica Barry Callebaut, il maggior produttore mondiale di cioccolato e di prodotti a base di cacao, ha svelato martedì a Shanghai la novità studiata per attirare i Millennials e aprire nuovi mercati. La novità arriva a più di 80 anni di distanza dal lancio del cioccolato bianco da parte della Nestlé e punta a rivitalizzare il mercato del cioccolato, in progressivo declino negli ultimi anni.
Il cioccolato «ruby» è prodotto da speciali semi di cacao, ha un caratteristico colore rosato e un gusto intenso, che «non è amaro, non è dolce ,né sa di latte», ma ha allo stesso tempo «il sapore fruttato e un po’ aspro di un frutto di bosco e una dolcezza seducente», sostiene a società produttrice con base a Zurigo.
«E’ naturale, colorato, edonistico, c’è un aspetto di appagamento, ma mantiene l’autenticità del cioccolato. E’ un buon equilibrio, che parla molto ai millenials», ha spiegato il Ceo di Barry Callebaut, Antoine de Saint-Affrique, all’agenzia Bloomberg. Secondo il manager, il nuovo prodotto potrebbe piacere anche ai consumatori cinesi, che rappresentano un mercato nascente per il cioccolato. «Abbiamo avuto una risposta molto positiva nei Paesi chiave dove lo abbiamo testato, ma abbiamo anche avuto un’ottima risposta in Cina che per il cioccolato è insolito». In Cina, però, il rosso (e le sue sfumature) è un colore molto amato.
L’invenzione del nuovo cioccolato è il risultato del lavoro dei centri di ricerca e sviluppo di Barry Callebaut con sede in Francia e in Belgio (parte di un network globale che comprende 28 centri di R&D), della Jacobs University e dell’esperienza manifatturiera lunga più di 175 del produttore svizzero, considerato un pioniere e un innovatore a libello globale. Con sede a Zurigo, Barry Callebaut, che non vende direttamente ai consumatori, ha chiuso l’anno fiscale 2015/2016 con un fatturato di 6,7 miliardi di franchi svizzeri, circa 6,1 miliardi di euro. Il gruppo include oltre 50 stabilimenti produttivi e impiega quasi 10 mila persone nel mondo. Tra i suoi clienti c’è l’intera industria alimentare, dalle pasticcerie ai «mâitre chocolatier», dai ristoranti agli hotel, ai più noti brand di cioccolato
FONTE: http://www.corriere.it