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Genteveneta.it – Spanio, panettiere da 45 anni: «A Venezia chi fa il pane sparirà»

Nel centro storico veneziano sono rimasti soltanto 15 panifici. Negli anni Cinquanta sul territorio ne erano presenti 60 e i quintali di farina trasportati a Venezia ogni giorno all’epoca erano circa 450, mentre ora sono circa 40-50. Anche questo è un indice dello spopolamento della città e della conseguente crisi delle attività artigianali locali.
Nella zona di Castello Est, fino a pochi decenni fa ricca di botteghe come il resto di Venezia, attualmente ci sono tre panifici. Uno è quello quello in Corte del Soldà vicino alla chiesa di San Giuseppe gestito da Aldo Spanio, panificatore ormai da 45 anni e dunque un po’ memoria storica della trasformazione avvenuta in questi ultimi decenni. «Le attività artigianali, compreso il lavoro della panificazione, stanno scomparendo – racconta Spanio – e il processo è cominciato tempo fa. Mi ricordo di un documentario negli anni Novanta che già osservava un rapido calo del numero dei panificatori a Venezia.
Pochi vantaggi, ma una grande passione. Aldo Spanio ha imparato il mestiere dai propri genitori e, benché il lavoro richiedesse un impegno importante, ha mantenuto l’attività: «Forse nella panificazione ci sono più svantaggi che vantaggi – commenta Spanio – perché gli inconvenienti capitano spesso, anche in termini di perdita di tempo. Non ci sono orari fissi, tutto dipende dal lavoro necessario in una giornata. Ma creare qualcosa alla fine è sempre una grande soddisfazione».
Purtroppo però anche i pochi panificatori rimasti sembrano destinati a chiudere: «Io riesco a resistere perché so che tra pochi anni andrò in pensione. La mia più grande soddisfazione sarà di essere riuscito a portare avanti questa attività fino alla fine, ma riconosco che è sempre più difficile gestire un panificio – racconta Spanio – e nel giro di dieci o quindici anni penso che tutti un po’ alla volta saranno costretti a chiudere e che il pane passerà direttamente nelle mani della grande distribuzione»….Continua a leggere su: Genteveneta.it

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