“L’idea nasce dal fatto che negli ultimi anni c’è una grande diffusione di fake news e disinformazione anche nel nostro settore. E l’iniziativa rientra in una campagna, che stiamo facendo anche sui social network per combatterle”.
Così Giorgio Agugiaro, presidente di Italmopa, l’associazione che riunisce i mugnai italiani, racconta il perché di Molini a porte aperte. “E – aggiunge – il sottotitolo potrebbe essere: operazione trasparenza”.

L’invito è a tutti i consumatori ma anche ai professionisti dell’arte bianca, pasticcieri e fornai, perché vadano a visitare uno dei mulini d’Italia, tra quelli aderenti all’iniziativa, perché possano “vedere con i propri occhi come lavoriamo e che cosa facciamo”.
Per scoprire tanti dettagli di questo settore e sfatare alcune notizie non vere, “come la diffusa opinione, per esempio, che importiamo grano tenero dall’estero per risparmiare sulla materia prima. Non è così – sottolinea Agugiaro – anzi, alcuni grani esteri costano più di quelli coltivati qui”.

Così per chi è interessato a vedere e capire il lavoro di chi trasforma grano tenero in farina, basterà cercare il mulino più vicino a casa propria.
“Cominciamo con la filiera del grano tenero per questa prima edizione, ma se, come speriamo, l’iniziativa avrà successo, l’anno prossimo ci piacerebbe coinvolgere anche la filiera del grano duro e poi magari anche panificatori e pastai”.


I clienti dei molini, cioè fornai e pasticcieri, sono molto esigenti quindi si è creato un circolo virtuoso: “bravi mugnai creano ottima materia prima per loro e loro pretendono sempre migliore materia prima, stimolandoci a migliorare”.
La competenza dei mugnai della penisola si rivela nell’abilità a creare le migliori miscele, “come i migliori torrefattori sanno trovare le giuste miscele di varietà di caffè” spiega Agugiaro.
Da qui l’invito ai consumatori: “Venite a scoprire che cosa maciniamo, come lo maciniamo”.

L’obiettivo è di raccontare il percorso di trasformazione del frumento tenero in uno dei prodotti simbolo del made in Italy agroalimentare (il comparto molitorio italiano ne trasforma annualmente 5,4 milioni di tonnellate), con un processo di macinazione basato solo su interventi di natura meccanica: la pulitura e la macinazione vera e propria. Ma anche l’evoluzione tecnologica degli impianti che garantisce sfarinati di sicura garanzia igienico-sanitaria e con caratteristiche sempre più rispondenti alle richieste del mercato e dei consumatori di pane, pizza e prodotti dolciari.

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