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Bologna, il «pane sospeso» del forno Vacca per chi è in difficoltà: «Mi faceva rabbia lo spreco»

«Con gratitudine dono a te ciò che la vita ha donato a me. Ti dono anche la responsabilità della tua azione, ricordandoti che siamo tutti fratelli e che non sei (purtroppo) l’unico a necessitare di questo». Il pane. Parole scritte su un foglio bianco, attaccato allo schienale di una sedia in legno rosso posta all’ingresso del suo forno di via Riva Reno. È un gesto silenzioso ma potente quello di Angelo, che in modo discreto vuole essere a favore di chi non ha la possibilità di avere ciò che invece lui produce con le proprie mani, giorno dopo giorno stando nel suo laboratorio dalle 21 alle 14 del giorno dopo. Gli stessi ritmi da quasi 40 anni. Angelo Vacca, titolare dell’omonimo forno a pochi passi dal centro di Bologna fondato nel 1984, già da tre anni ha deciso di trasformare la tradizione del caffè sospeso in quella del pane sospeso. Tutti i giorni, alle 13.30 e alle 19.30 (gli orari di chiusura), lascia sulla seggiola, che non passa inosservata proprio per la sua seduta occupata da un ampio cesto, il pane non venduto. «Un giorno, uscendo da un supermercato – racconta Angelo –, mi sono chiesto con rabbia il perché di tanto spreco alimentare. Cibo buono che sarebbe stato prezioso per….Continua a leggere su: Corrieredibologna.corriere.it

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