Durante il ramadan il forno apre all’una e trenta di notte » spiega in un discreto italiano Ibrahim Matta. Prima dell’alba, in questo periodo di digiuno, arrivano i musulmani e poi alla spicciolata, dalle sei in poi, i cristiani. E il forno dei salesiani, all’incrocio tra piazza Madbasseh e Paolo VI street da 120 anni è aperto per tutti. «Questa pagnotta si chiama “hamam” che significa piccione per la forma: qui a Betlemme, da sempre, la facciamo solo noi», prosegue Ibrahim mentre serve i clienti che arrivano poco prima di ricevere il cambio alle otto. Il suo turno è iniziato alle dieci di sera e ha impastato per tutta la notte, con la prima infornata anticipata di oltre un’ora. Quattordici formati diversi, pane «bianco» e «integrale» e tutto con «farina, sale, lievito e acqua. E non mettiamo mai lo zucchero così va bene a chi ha la malattia del sangue», precisa Ibrahim fiero del suo lavoro appreso da panificatori giunti apposta dall’Italia a Betlemme, che signitica “Città del pane”….Continua aleggere su: Avvenire.it
Betlemme: pane, amore e sviluppo

06
Apr