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Agenzianova.com – Tunisia: i panifici moderni annunciano 15 giorni di protesta

L’Associazione professionale dei panifici moderni, affiliata alla Confederazione delle imprese cittadine della Tunisia (Conect), ha annunciato 15 giorni di protesta a partire da lunedì, 7 agosto, davanti alla sede del ministero del Commercio e dello sviluppo di Tunisi. La decisione segue la sospensione delle attività di panificazione in tutti i panifici di competenza dell’associazione a partire da ieri, martedì primo agosto, con lo stop alle diverse varietà di pane affiliati al gruppo Conect. Ieri, il quotidiano economico tunisino “L’Economiste Maghrebin” ha segnalato la presenza lunghe file davanti alle panetterie della Tunisia, rievocando le “dolorose lezioni del passato” come le rivolte del pane nel 1984. Da parte sua, il presidente della Repubblica, Kaies Saied, ha recentemente dichiarato che il pane è “una linea rossa” che non può essere valicata, notando “che c’è un pane per i ricchi e un altro per i poveri”, anche se dovrebbe esserci “un solo pane per tutti i tunisini”. I panifici ricevono un sussidio statale per vendere pagnotte a prezzi ribassati: molti di essi, però, sono riluttanti a vendere il pane sovvenzionato – come la baguette da 190 millim di dinaro – perché non è considerato redditizio, offrendo ai clienti farinacei più elaborati e costosi. Da qui l’affondo del presidente Saied. “L’Economiste Maghrebin”, tuttavia, si chiede se “lo Stato non incoraggi involontariamente i panifici, alcuni dei quali stanno fallendo a causa dei prezzi esorbitanti di luce e gas, a truffare” i clienti. La verità sta nel fatto che, viste le casse vuote, “lo Stato importa una quantità insufficiente di grano tenero” e di conseguenza “i quantitativi di farina forniti ai panifici sono inferiori al fabbisogno del consumo locale”, conclude il quotidiano.Secondo un recente bollettino diffuso dal “Forum Ibn Khaldoun per lo sviluppo”, un centro di ricerca specializzato in economia dello sviluppo, il danno alle finanze pubbliche della Tunisia negli ultimi tre anni è stato il più grave dal 1986, anche a causa della pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina. Vale la pena ricordare che la Tunisia sta negoziando da oltre un anno un maxi-finanziamento da 1,9 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale (Fmi) per evitare il fallimento del Paese nordafricano con annesso effetto domino dagli esiti imprevedibili, tanto in Europa quanto in Nord Africa.

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