«L’idea di creare un forno di comunità è nata impastando forme di pane e focacce, ascoltando musica e ballando, insieme alla mia amica Martina, la scorsa estate in Toscana. Il nome, “Da Madre ignota”, così si chiamerà il mio laboratorio, nasce dal riferimento alla pasta madre, la base del mio pane lievitato naturalmente, e agli autori di quella canzone che ci ha fatto ballare felici».
Irene Conti è una giovane donna bolognese. Dopo la laurea in urbanistica anche lei, come tanti altri suoi coetanei, precaria, era emigrata all’estero. «Ma mentre ero in un villaggio interno della Croazia, ho compreso che quello che desideravo era portare la dimensione comunitaria nella mia vita. Quella che si vive in campagna. E che potevo farlo anche nella mia Bologna».
L’amore per il pane, gli impasti fermentati e la pasta madre è cresciuto fino a trasformarla in una neo-imprenditrice. «Un mondo invisibile e affascinante, quello dei batteri, ma fatto di pura vita. Che noi possiamo solo accompagnare ma non controllare completamente. Ecco perché ogni pagnotta è diversa».
Dalla passione autodidatta fino ai corsi di panificazione per imparare il mestiere di bottega. E poi il grande salto. L’affitto dei locali messi a disposizione dal comune, il lancio di una campagna di crowdfunding per pagare l’attrezzatura indispensabile a partire. Campagna che è ancora in corso e che ha già raccolto oltre 12 mila euro.
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